Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Tortuoso itinerario geografico e mentale di un uomo e una bambina da New York al cuore dell’Europa: Amsterdam, Wuppertal, Essen, Duisburg, Oberhausen, Gelsenkirchen. I primi 40’ sono faticosi, passati a sdipanare i (poco interessanti) casini lavorativi di Vogler e sentimentali della Kreuzer; poi comincia il road movie vero e proprio. In realtà, a ben guardare, i road movies sono due e ben diversi tra loro. Il primo è quello che si intravede nelle scene iniziali, fra immense praterie punteggiate da motel: apparentemente un viaggio ricco di imprevisti in mezzo alla natura selvaggia, in realtà è solo una pallida imitazione del cammino dei padri verso la frontiera; il mito è diventato qualcosa di riproducibile e commercializzabile, e le foto che lo documentano faranno bella mostra di sé in un libro patinato. La vera avventura, a sorpresa, si rivela il doversi prendere cura di una ragazzina che ha bisogno di tenerezze ma non vuole ammetterlo: imparare a sopportare i suoi capricci a tavola, le sue bugie che tirano schiaffi ma sono oblique richieste di attenzione. È lei che muove alla scoperta della vita, ed è attingendo alla sua forza sorgiva che ci si può rigenerare.
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