Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Frammenti significativi della vita di Charlie Parker, dall'attività di musicista ai problemi familiari e di tossicodipendenza. Un biopic sobrio, elegante ed intenso (cosa molto rara): le vicende di Bird sono raccontate in schegge sfuggenti, temporalmente disarticolate, incastrate fra una sessione e l'altra, mentre il tappeto musicale, fra concerti, registrazioni e folli colpi di testa, fa da impalcatura ed ingrediente pricipale al tutto, senza parabole di ascesa e caduta, cammini dell'eroe o morali da trarre a tutti i costi, lasciando, allo spettatore più attento, momenti significativi per rendersi conto del divario creato dal protagonista rispetto al concetto di jazz che lo ha preceduto. Siamo lontani sia dall'agiografia che dal puro maledettismo: è la storia di un uomo, con tutte le sue contraddizioni e confusioni, pieno di difetti, distrutto dalle droghe ed attaccato alla musica ed alla moglie (entrambe tradite a più riprese) come ad ancore di salvezza (ma nessuna delle due alla fine è riuscita davvero a salvarlo dalle sue ombre). Forse, vista la struttura narrativa, esonda un po' troppo nella durata, ma tenendosi lontano da esagerazioni, scene madre zuccherose o cliché hollywoodiani eccessivamente tipici riesce a restituire un'atmosfera praticamente perfetta ed un paio di momenti molto commoventi. Uno dei migliori lavori dell'Eastwood regista e probabilmente la miglior interpretazione di Forest Whitaker.
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