Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Uno Scorsese in stato di grazia, gira nel 1980 questo “Raging Bull” (Toro scatenato in italiano) richiamandosi a un genere già allora desueto come quello del dramma sportivo ambientato nel mondo della boxe e ne esce uno dei massimi capolavori del suo cinema.
Lo fa adattando a suo modo per il grande schermo (bellissima la sceneggiatura di Paul Schrader e Mardik Martin) l’autobiografia del pugile Jake LaMotta che gli permette di tornare a uno dei suoi temi preferiti, quello dello scontro tra culture diverse nella cosmopolita New York fonte di violenze e nevrosi.
Girato quasi interamente in bianco e nero (stupenda la fotografia di Michael Chapman), il film racconta la pittoresca parabola professionale e privata dagli inizi nei bassifondi del Bronx ai primi successi; dalla leggendaria rivalità con Sugar Ray Robinsin all’inevitabile, dolorosissimo declino fisico e psicologico, di uno dei boxeur più celebri della storia del pugilato.
La ricerca di un realismo assoluto, viene spinta da Sorsese fino all’ossessione, tanto da indurre Robert De Niro (che è da considerarsi a pieno titolo coautore dell’opera) a ingrassare di ben 30 chili e a farsi operare al naso per assomigliare il più possibile al pugile che doveva interpretare sullo schermo (davvero magnifica e giustamente premiata con un Oscar la sua performance).
Il film alterna momenti di acuta analisi di situazioni altamente drammatiche a folgoranti intermezzi sul ring tratti dai principali incontri sostenuti da LaMotta (ottimo il montaggio della fedele Thelma Schoonmaker).
Un’opera davvero coraggiosa violentemente realistica che tiene avvinto lo spettatore dalla prima all’ultlma inquadratura.
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