Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Ho smesso di chiedermi come si fa a riconoscere un capolavoro quando ho imparato a farlo. Inutile dire che “Toro scatenato” fa parte della categoria, credo lo sappiano anche i muri. Le sequenze d’apertura, con quel pugile, senza volto, che sembra danzare tra flash e ombre, nascondono la nostalgia di fondo che l’intera pellicola possiede. La storia di un uomo povero di mente ma ricco di aspirazione, che comincia ad inseguire un sogno e, dopo averlo afferrato per un po’, si accorge che non è poi così facile tenerlo tra le mani. Robert De Niro è immenso più che in “Taxi Driver” e, più che interpretare, vive nella pelle di Jack La Motta. Scorsese è all’apice della sua forma e confeziona inquadrature memorabili, tragiche e passionali, che restano prima negli occhi e poi nella mente, come quel sangue che gocciola, dalla corda impregnata, del ring. Non può che sfuggirmi una riflessione: Jack La Motta sta a De Niro come Tony Montana sta a Pacino. Il confronto è d’obbligo perché i due personaggi hanno molto in comune, vedono il paradiso e vivono l’inferno allo stesso modo. Ma il caro vecchio Bob è molto più di quello che Pacino può essere. Un film icona che tutti dovrebbero vedere per riuscire a riconoscere i Maestri della settima arte, uno su tutti colui che qui dirige, scatenando non solo un toro ma la platea spettatrice.
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