Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Rapsodia in bianco e nero di un antieroe.La figura di Jake La Motta,mitico peso medio dal pugno di pietra e dalla mascella di cemento è piena d'ombre,di lati nascosti mai venuti alla luce,forse.E il film di Scorsese ce lo svela quasi in modo psicanalitico,tracciandoci un ritratto che non potrebbe essere più lontano dall'agiografia.Jake è persona sgradevole,di gelosia patologica,più passa il tempo e più diventa maniacalmente possessivo della moglie,arrivando anche a sospettare del fratello.La cinepresa si sofferma sulla sua vita privata,sui lati meno glamour del suo personaggio.Ci svela lo sgradevolissimo lato nascosto di un uomo che pubblicamente per molti è un mito.Toro Scatenato è un film sulla boxe assolutamente peculiare:nonostante alti modelli(tipo Lassù qualcuno mi ama che descrive un personaggio altrettanto sgradevole) oppure più recenti successi(vedi il Rocky di Avildsen incensato di importanti Oscar pochi anni prima) Scorsese gira un film sulla boxe come se girasse un film sulla mafia o sulle gangs criminali.Sceglie un bianco e nero di sapore espressionistico(con una fotografia di rara bellezza ad opera di Michael Chapman) si dimostra molto più accurato dei modelli citati per quanto riguarda il realismo delle riprese di boxe montate con grandissima perizia(montaggio giustamente premiato con l'Oscar) ma preferisce soffermarsi su quello che succede intorno al ring,preferisce farci vedere la dimensione privata del mito di dominio pubblico.Ma senza il deus ex machina De Niro l'operazione non sarebbe riuscita.L'attore italoamericano sublima il metodo Strasberg portandolo alle estreme conseguenze:al fine di identificarsi nel personaggio che recita si imprigiona letteralmente dentro un corpo che non gli appartiene,mette su prima muscoli e nervi adatti alla prima parte del film,poi addirittura arriva a mettere 30 kili di massa corporea(soprattutto adipe) per avere un aspetto fisico paragonabile a quello del pugile quando ormai è invecchiato.Si trasfigura nel suo personaggio che quasi gli funge da involucro,è quasi irriconoscibile tranne che per quello sguardo penetrante.Si trasforma in una sorta di Frankenstein postmoderno,dolente e consapevole della propria mostruosità.Poco altro da dire:è un altro dei capolavori di Scorsese,una biografia sui generis che diventa spunto per raccontare un mondo,quello della boxe,in cui la lealtà della nobile arte è solo un pallido ricordo....L'importante è vincere,non importa in che modo...non partecipare
regia di grandissima qualità per uno dei suoi capolavori
sublima il metodo Strasberg con una prova impressionante
già qui dimostra la sua bravura
non male
ok
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