Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
"Ci troviamo immersi in una dimensione dechirichiana, in uno spazio urbano altamente simbolico, in cui le cose proiettano, in maniera inquietante, come totem, le loro ombre sulle persone. In questo film Antonioni racconta una storia a triangolo, in cui due persone costruiscono un loro rapoporto d'amore precario sul corpo di un terzo" (Gian Piero Brunetta).
In presa diretta -nell'italia della Ricostruzione- l'esemplare decadenza omicida dell'edonismo della classe dirigente borghese. Possente, fosco canto del cigno d'epocale realismo esistenziale "anni quaranta", inaugurato, già in tempo di guerra, da Mario Soldati.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta