Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
L'opera prima del grande regista ferrarese mostra già i tratti della poetica e dell’universo visivo del suo cinema.
Ieri ho rivisto Cronaca di un amore (1950), il film d’esordio di un 38enne Michelangelo Antonioni. Storia torbida, una variante de Il postino suona sempre due volte: un ricco e maturo industriale milanese, Enrico Fontana (Ferdinando Sarmi), dubitando della fedeltà della giovane e bellissima moglie Paola (Lucia Bosè) incarica un’agenzia di investigazioni di indagare sul suo passato. Venuto a conoscenza delle indagini, l’ex fidanzato della donna, lo squattrinato Guido (Massimo Girotti), va a trovarla a Milano per informarla dell’inchiesta, dopo 10 anni di lontananza. L’eterogenesi dei fini delle azioni umane e le coscienze dei protagonisti prepareranno svolte narrative impreviste. Nel fascinoso bianco e nero dell’epoca, con splendidi esterni da pittura metafisica, il racconto noir sentimentale scorre agevole in un’ambientazione alto-borghese animata da mariti dediti agli affari e signore capricciose e annoiate impegnate in sfilate di moda e passatempi divertenti, tutto all’insegna del più snobistico cinismo e della vacuità esistenziale. Imperdibile per chi voglia riscoprire il grande cinema italiano.
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