Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Un uomo di nome Travis cammina da solo in uno stato confusionale nel deserto messicano sul confine con gli Stati Uniti, cade a terra sfinito e viene raccolto da un medico che, attraverso un foglietto trovato nelle sue tasche, contatta il fratello più giovane Walt, che viene a prenderlo. Travis è chiuso in una sorta di mutismo ossessivo e non risponde di proposito alle domande di Walt e della moglie francese; in casa loro ritrova il figlio Hunter, che era stato loro affidato da Jane, la moglie di Travis, anche lei sparita. Dopo la diffidenza iniziale, il figlio si riavvicina al padre, ma Travis è deciso a ritrovare la moglie a tutti i costi, e viene a sapere che Jane lavora in un peep-show... Uno dei maggiori successi di critica di Wenders, per quanto all'inizio i cinefili si divisero molto sui suoi meriti effettivi, vincitore della Palma d'oro a Cannes assegnata da una giuria presieduta dall'attore Dirk Bogarde, resta forse il capolavoro della sua fase americana, un'opera di grande interesse sia a livello tematico che stilistico. La sensibilità europea dell'autore nel riprendere il paesaggio americano e nell'accostarsi ad alcuni temi tipici della cultura statunitense non è ancora caduta nella maniera, molte sequenze hanno la giusta atmosfera rarefatta ed un pò enigmatica, il tema della difficoltà della comunicazione nei rapporti familiari è svolto in maniera attendibile. La prima parte è probabilmente la migliore, con sequenze di grande fascino audiovisivo che si giovano della fotografia, come sempre eccellente, di Robby Muller, mentre nella parte finale si avverte qualcosa di un po' troppo programmatico nella sceneggiatura di Sam Shepard che in parte condiziona il risultato finale, ma le sequenze nel peep-show fra Stanton e la Kinski, risolte magistralmente a livello tecnico, restano fra i punti alti dell'opera wendersiana. Harry Dean Stanton è qui alla sua prima interpretazione da protagonista, e sicuramente la migliore, ben affiancato da Dean Stockwell, Aurore Clement e una Nastassia Kinski che finalmente dimostra di avere la tempra drammatica richiesta e di non essere soltanto uno splendido oggetto del desiderio.
Voto 9/10
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