Regia di Giovanni Paolucci vedi scheda film
Un bambino fugge dal collegio e rischia di annegare in un lago. Lo salva un signore avanti con gli anni, placido naturalista che il piccolo prende subito in enorme simpatia.
Gli orizzonti del sole è una piccola fiaba contemporanea (siamo nel 1955) girata da un regista senza tante esperienze come Giovanni Paolucci e affidata a un cast privo di nomi di richiamo: quello dell’attrice-soprano Nelly Corradi – qui alla sua ultima prova su pellicola – è forse il maggiore tra essi, mentre i ruoli centrali sono affidati al totale esordiente Enrico Pea (scrittore e impresario teatrale, classe 1881) e al piccolo Alvaro Piccardi, già visto in un paio di produzioni Rai di poco precedenti. Entrambi se la cavano molto bene, a dire il vero, e in altre parti di discreta importanza troviamo anche Pina Piovani (dal discreto curriculum artistico), Domenico Mariani (al debutto) e Anna Maria Paolucci, dalla più che probabile parentela con il regista. Che, pur avendo al suo attivo appena una manciata di titoli in un decennio circa, tra i quali anche un paio di documentari, confeziona un prodottino senza grandi pretese, ma senza dubbio onesto; è una produzione Sampaolo, inoltre, ma la pur avvertibile morale religiosa non prende mai il sopravvento nella sceneggiatura firmata dal regista insieme a Filippo Paolone, con la supervisione di Luigi Volpicelli e partendo da un soggetto di Paride Rombi e Alessandro Fersen. La spinta documentaristica di Paolucci si avverte qua e là negli approfondimenti di ordine naturistico, materiale comunque necessario allo svolgimento della storia; nel complesso un film(etto) dalla durata limitata – in rete si trova una versione di un’ora scarsa in tutto, mentre quella originale dovrebbe approdare agli 80 minuti – e senza argomenti originali, ma sicuramente godibile. 5/10.
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