Regia di Irving Rapper vedi scheda film
Una giovane è sempre stata oppressa da una madre tirannica, che le ha impedito di vivere una vita sua. Va in cura da uno psichiatra, che la aiuta a sbloccarsi; durante un viaggio conosce un architetto infelicemente sposato e se ne innamora, ricambiata, ma poi se ne separa. Rientrata a casa, si scontra con la madre che non accetta il suo cambiamento; si fidanza con un ricco vedovo, ma lo lascia quasi subito, suscitando l’ira della madre, che ne muore. Tornata nella clinica psichiatrica, si prende cura della figlia minore dell’architetto, che a causa della situazione familiare sta manifestando disturbi comportamentali. Il Codice Hays impedisce che l’adulterio abbia luogo, ma non è un male: i due innamorati approdano a una sorta di unione platonica che comprende anche un surrogato di maternità; anzi, in fondo il lato melodrammatico resta secondario rispetto alla vicenda centrale di una conquista dell’indipendenza all’interno di un inferno familiare. Camaleontica la prova della Davis, che si trasforma da zitella isterica a donna fascinosa. La parentesi brasiliana è un po’ cartolinesca, la sequenza comica col tassista risulta incongrua, ci sono lungaggini nel finale: peccati veniali, se si considera il risultato complessivo. Il titolo originale, Now, voyager, è tratto da una poesia di Walt Whitman.
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