Regia di Sam Raimi vedi scheda film
Ritrovato nuovamente il Necronomicon, il libro dei morti tibetano, Ash (Bruce Campbell) si ritrova indietro nel tempo, in un Medioevo combattutto tra guerre fratricide e combattimenti con l’aldilà. Con una motosega come mano destra ed un fucile nella faretra, Ash proverà a sconfiggere l’armata delle tenebre che bramano il Necronomicon.
Terzo capitolo della saga “La casa”, con un cambio di registro netto, dovuto ad ambientazione, costumi e scenografia, del tutto differenti rispetto ai primi due capitoli.
Il cinema di Sam Raimi ha detrattori o elogiatori: nessuno che abbia pareri intermedi. La commistione tra slapstick ed horror, seppur cifra stilistica aulica (se non altro perché originale), finisce nella fattispecie per stridere: Ash qui è un eroe poco credibile e vicino al ridicolo. La regia è illuminata, la varietà di situazioni e soprattutto l’usuale inventiva con cui Raimi inscena le torture, i combattimenti o i mostri, sono notevoli: ancora tecnica sopraffina, uso della shakycam, dialoghi riusciti, nonché la colonna sonora di Danny Elfman, col suo “March of the dead” a fare da corollario ad una storia che, però, fa acqua.
Esiste una vena di parossismo insita nel cinema di Raimi: un parossismo misto a citazionismo che lascia incastrato il cinema di Raimi tra i mostri di Carpenter e le maschere irriverenti e beffarde di Mel Brooks. Brutto, opulento, ultimo capitolo di una serie che proprio dalla pochezza dei mezzi traeva la sua forza propulsiva.
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