Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il circo come scelta di una vita di allegria e fantasia, in alternativa alle ruvide questioni esistenziali di ogni giorno. Questo non è tanto un omaggio a Fellini, quanto alla Vampata d'amore bergmaniana, nonchè al Mostro di Dusseldorf, citato a più riprese, le cui atmosfere sono riprodotte lungo tutto il film. Certamente poco difficile da mettere in scena (tutto è avvolto dalla nebbia, costantemente), Ombre e nebbia vanta un cast discretamente stellare e vede recitare lo stesso Allen nei panni spudoratamente kafkiani di un impiegato sottomesso e colpevolizzato, sempre al di fuori dei giochi e dei piani del potere, apparentemente condivisi da tutti coloro che gli stanno attorno. La storia è fondamentalmente poca roba (ma i film di Allen sono corti di natura, questo arriva a 80 minuti appena) e qualche divagazione piuttosto inutile si ritrova qua e là - vedi l'inserimento di un personaggio assolutamente prescindibile per dare un ruolo a Mia Farrow. Il regista-protagonista si concede in vari punti parole agrodolci sul tema esistenziale, compreso lo splendido finale in cui fa dichiarare all'illusionista che la gente non ama i sogni, semplicemente ne ha bisogno.
Fra i due conflitti mondiali, in una città mitteleuropea, il pavido impiegatuccio Kleinman è un 'piccolo uomo' chiamato a partecipare alla caccia all'assassino che imperversa nottetempo nella nebbiosa cittadina. Lo troverà grazie ad una mangiatrice di spade e ad un illusionista del circo di passaggio.
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