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Il danno

Regia di Louis Malle vedi scheda film

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La recensione su Il danno

di will kane
7 stelle

Dal romanzo "Fatale" di Josephine Hart, uno dei non pochi titoli che nel 1992 puntarono su un erotismo corposo e pessimista:nella stagione che offrì al pubblico questo, "Basic Instinct","Sex and Zen","Body of evidence","Luna di fiele", il dramma psicologico e sensuale di un importante uomo politico che perde letteralmente la testa in una relazione adultera con la compagna del figlio, causando danni irreversibili, fu un discreto successo al box-office, e divenne film di culto per numerosi spettatori. Per Louis Malle non fu certo il primo lungometraggio che faceva discutere, le polemiche di vario tipo sorte dietro ,ad esempio, a "Cognome e nome:Lacombe Lucien" e "Pretty baby", erano di gran lunga superiori a qualche articolo piccato su questa sua pellicola. Del resto, al di là della morbosità della relazione tra un uomo maturo e la giovane donna che è impegnata in una relazione con il suo erede diretto, il film congegna scene erotiche coreografate nel non mostrare quasi niente dei corpi nudi di Jeremy Irons e Juliette Binoche, ma risolte immortalando un darsi l'uno all'altra e viceversa degli amanti, con silenzioso livore, in un'apoteosi famelica ma mai gioiosa della carnalità a lungo soppressa,che, alternata alla fin troppo sobria quotidinatità alto-borghese della vita familiare mostrata, è la cosa più stordente di questo lavoro. Fin troppo algido nella messinscena, "Il danno" è un lungometraggio cui la scrittura di David Hare dona una  geometrica eleganza nell'impaginare situazioni e rapporti, con un Jeremy Irons distinto e ben curato nell'aspetto, ma quasi funereo nelle espressioni e nell'indole, e con una Juliette Binoche altera e dalla bellezza distante, che inietta una freddezza sprezzante nel proprio personaggio. La chiusa è intrisa di amarezza, la conseguenza naturale di un atto sconsiderato e prolungato, che infine è la cifra di quel che è questo film: benchè attraversato da calor bianco di amplessi intensi ,che diventano quasi scontro fisico, ciò a cui assistiamo è un netto apologo morale.

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