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Il danno

Regia di Louis Malle vedi scheda film

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La recensione su Il danno

di ethan
8 stelle

Londra: un membro del Parlamento - non un ministro come un 'distratto' Mereghetti ed. 2004 indicava - di nome Stephen Fleming (Jeremy Irons, in uno di quei ruoli tormentati che gli calzano a pennello), diventa ossessionato e attratto morbosamente dalla fidanzata del figlio, Anna Barton (una Juliette Binoche molto affascinante in una parte, non facile, di una donna che fa perdere la testa - e  ad alcuni non solo... - a ogni uomo che conosce, e anche avvalorata anche da una perfetta dizione inglese), che ricambia l'attrazione dell'uomo, instaurando un rapporto molto carnale, che però avrà conseguenze tragiche, soprattutto nella famiglia del politico, la cui vita verrà sconvolta per sempre.

Louis Malle, qui purtroppo al penultimo film della sua carriera - prematuramente interrottasi a 63 anni - trae 'Il danno' dall'omonimo romanzo di Josephine Hart e riesce a creare, da un intreccio che non brilla certo per originalità di temi - la passione e l'attrazione travolgenti tra due persone che non si ferma di fronte a nessun ostacolo, il legame tra sesso e morte, l'incesto, la donna fatale, dispensatrice di gioia e piacere ma anche portatrice di 'sventura' - un clima di tensione palpabile costante, quasi da film thriller, e un'atmosfera morbosa, unicamente ricorrendo a elementi prettamente cinematografici, evitando quelle verbosità che molte trasposizioni da libri famosi (ed ingombranti) danno luogo: un montaggio perfetto, che dà al film un ritmo ben cadenzato, un gioco di inquadrature e primi piani degli attori, dai quali traspaiono i loro desideri e sentimenti più profondi, ben più eloquente di qualsiasi dialogo, ed una generale eleganza nella messa in scena, avvalorata da una fotografia dai toni molto caldi e pastosi di Peter Biziou e da un commento musicale di Zbigniew Preisner a sottolineare i momenti più drammatici.

Molto raffinato l'uso della dissolvenza in nero, simbolicamente usata dopo due inquadrature di Anna, una sul divano dopo un rapporto con Stephen ed un'altra con lei sul letto, l'ultima volta che lui la vedrà, all'interno della narrazione.

Oltre alle convincenti prove dei due protagonisti della storia di amour fou, vissuta in maniera molto carnale dai due interpreti, è doveroso ricordare Miranda Richardson nel ruolo della moglie del politico (e si fa fatica a comprendere come l'Academy, tra questa e altre grandi performance abbia preferito premiare la simpatica e nulla più Marisa Tomei di 'Mio cugino Vincenzo'), nella difficile parte della donna che perde, in un sol colpo, il figlio e la figura del marito, del quale pensava di essere amata, e in due piccoli ma incisivi ruoli Peter Stormare, il ragazzo di Anna e Leslie Caron, madre di lei.

Ai tempi della sua uscita, ottenne più critiche che elogi e venne considerato un film patinato e un passo falso nella filmografia dell'autore francese, ricca di grandi opere, tra le quali 'Fatale', titolo francese della pellicola, non sfigura affatto.

Voto: 8 (v.o.s.).

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