Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Sherlock Holmes, il celebre investigatore, è chiamato a indagare in Scozia in una villa con vista sul lago di Loch Ness. Fra inquietanti apparizioni del mostro – accompagnate dal debito scetticismo – si svela una losca storia di spionaggio.
Sarà anche Wilder, ma di sicuro non è il Wilder che tutti ricordano, quello dei tempi migliori insomma: mancano del tutto l'ironia e il lieve cinismo delle sue famose commedie, perfino il ritmo che contraddistingue le opere del regista di Baciami stupido o Uno, due, tre! in questo lavoro langue. Anche se la sceneggiatura è scritta dal regista stesso e dal collaboratore fidato I.A.L. Diamond, anche se gli interpreti funzionano, anche se non c'è nulla di particolarmente stonato in questa riproposizione – comunque originale – del personaggio di Arthur Conan Doyle, nonostante tutto ciò il film non 'decolla' mai, rimane sempre piuttosto piatto e non lascia il segno quanto si potrebbe presupporre. Perchè l'analisi del personaggio del celebre detective è qui decisamente particolare: la storia di spionaggio in cui è coinvolto, già di per sè articolata e curiosa, è solo un pretesto per scrutare nell'animo e nel comportamento dell'Holmes-maschio, uno studio sulla virilità presupposta, mancata, esaurita, (auto-?) negata dell'investigatore. Non per questo vengono meno i luoghi comuni del personaggio, dalla passione per il violino ai battibecchi con Watson, e la perspicacia del detective rimane fondamentalmente intatta, anche se ci viene mostrato come un uomo 'nudo', capace di essere normale. Lo stesso Wilder lo dichiarava il suo film meno riuscito in assoluto, quantomeno rispetto agli obiettivi di partenza e ai mezzi a disposizione; ciò che non riuscì mai ad accettare, in particolare, fu il fatto di non aver avuto il controllo sul montaggio finale, cosa effettivamente non da poco. Robert Stephens è un Holmes appena sufficiente; molto più incisivo sullo schermo è il Watson interpretato da Colin Blakely; nel cast anche Genevieve Page e Christopher Lee. Da sottolineare, per capire precisamente cosa non funziona nella pellicola, che il film sarebbe del tutto identico senza la prima mezzora circa, quella impegnata dalla sequenza del teatro e di Madame Petrova: considerando che Vita privata di Sherlock Holmes dura due ore tonde, la scorrevolezza del lavoro ne avrebbe tratto parecchio giovamento. 4,5/10.
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