Un musical camuffato da poliziesco, dove in un piano sequenza ideale tutto si muove e si incastra perfettamente, e ogni sequenza viene ricordata distintamente ma che non si può fare a meno di nessuna.
Ci sono film che più di altri diventano parte di noi stessi, che ci completano da toccare il cielo al loro pensiero, oltre ogni immaginazione, tanto quanto a Sweeney Todd sia mancato il prolungamento del suo braccio.
Ci sono persone per cui indicare il film della loro vita è pressoché impossibile e altri che lo identificano in quello che hanno visto più volte, ma allo stesso tempo come succede un po’ a tutti molti sono i film che si considerano capolavori e quindi la cosa finisce sempre e comunque su un numero indefinito, ma senza arrivare mai a un unicum. Io personalmente potrei invece indicare 4 film che mi seguono da sempre nella mia vita; Blues Brothers, Frankenstein Junior, West And Soda e naturalmente Carlito’s Way, dove tutti di per se sprigionano emozioni disumane nei miei confronti. Ma se mi si chiede quale sia il mio film preferito di qualsiasi tempo e visione è indiscutibilmente il 22° di De Palma che confesso non è stato fin da subito un colpo di fulmine ma è stata più una conversione di anni, perché nel gennaio del 1994 quando lo vidi, ero fresco di visione dicembre 1993 di “Un mondo perfetto” dove sembra strano, ma condivide solo ed esclusivamente la scena iniziale e successivamente finale, dove abbiamo una illusione sui risultati tanto quanto Romeo di fronte a Giulietta, e quindi distraendomi su questo McGuffin praticamente inutile, mi distolse dalla sua vera essenza. Essenza a tal punto che oggi navigando su un gruppo di cinema, per gioco, si chiedeva quale sarebbe stata la sequenza che avremmo desiderato vivere da protagonista, e io senza ombra di dubbio ho scelto quella in cui Carlito va a trovare Gail, con la scusa della cheesecake, e la guarda svestirsi per un breve istante dalla porta semichiusa con la catenella, ora però vorrei aggiungere è che se ne avessi realmente la possibilità, io potrei stare pure nella parte che è di Penelope Ann Miller, con certamente risultati ampiamente terrificanti, ma qui siamo nella fantasia estrema e quindi non ho nessun problema a essere nelle vesti sia di Carlito che di Gail indifferentemente.
Quindi si può capire quanto io voglia bene a questo film, tanto da essere forse più vicino a Blues Brothers, più di quanto noi si possa immaginare, in effetti è un poliziesco che nel profondo nasconde pure un cuore musical, dove la musica orchestrata nel tema principale (main theme) da Patrick Doyle e ampliata con le canzoni disco music anni ’70, non lascia(no) in nessun caso i protagonisti ma li segue pure nel momento in cui si muovono tra le stanze del locale in un illusorio piano sequenza sonoro.
E Carlito quanto Jack e Elwood riesce a portarsi non solo propriamente voluto, così tanti nemici alle sua calcagna da non sapere più esattamente chi sia il più carogna, ma più che altro come nel film di Landis io tifo solo ed esclusivamente per loro tre.
Del resto pur non essendo stato fin da subito il film della mia vita ricordo benissimo con chi ero, il cinema e posto in cui ero seduto, e quindi “non basterebbero tutte le stelle del mondo" per dire il valore per me di questo film.
Blues Brothers è al secondo posto assoluto in fatto di mio personale gradimento.
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