Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Epopea tragico-romantica di un gangster in fuga dal suo passato criminale verso una nuova vita.
“Mi dispiace ragazzi. Non basterebbero tutti i punti del mondo per ricucirmi. È finita. Mi metteranno nel negozio di pompe funebri di Fernandez sulla 109esima strada. Ho sempre saputo che prima o poi sarei finito lì, però molto più tardi di quanto pensava un sacco di gente...”
Dopo la grandiosa sequenza spoiler iniziale in bianco e nero, con la voce fuori campo del protagonista, sappiamo già come andrà a finire la storia di Carlito’s way (1993) — anche se speriamo che un colpo di scena possa deviare il corso del finale scontato — ma non restiamo delusi, anzi, ormai presi nella rete della suggestione magnetica delle immagini ci lasciamo trasportare ammaliati nel torna indietro esistenziale di Carlito Brigante (un superbo Al Pacino in debito artistico verso il doppiatore Giancarlo Giannini), nel suo mondo malavitoso, violento e spietato, abitato da squali e serpenti. Nel film c’è tutto il miglior De Palma, un regista che avrebbe voluto nascere Hitchcock, ma qui dà la migliore prova della sua grande maestria professionale realizzando con miracolosa e in parte misteriosa chimica cinematografica un’opera ancora presente dopo quasi 30 anni nei nostri cuori. Il racconto non nuovo di un gangster in cerca di redenzione che lotta contro l’inesorabilità del destino diventa nelle sue mani un formidabile concentrato di scene drammatiche, d’azione, di tensione e d’amore dal ritmo avvincente che incanta e commuove portandoci subito a empatizzare con il suo tragico (anti)eroe entrato da tempo nel pantheon dei miti del cinema. E ben scolpiti nella memoria rimangono altri personaggi magistralmente disegnati e interpretati: l’infido amico-avvocato cocainomane, il diabolico e corrotto Kleinfeld (uno Sean Penn ispirato e godibilmente sopra le righe), la dolce e sensuale Gail (Penelope Ann Miller), compagna innamorata e fedele di Carlito, il tuttofare traditore Pachanga (Luis Guzmán), il giovane criminale rampante Benny Blanco (John Leguizamo).Le emozioni sono la materia, il tessuto nobile di cui sono fatti i film, e solo chi è capace di suscitarle sullo schermo e trasmetterle al pubblico come De Palma, vecchio sciamano della macchina da presa, riesce a creare film memorabili.
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