Regia di George Cukor vedi scheda film
Al centro il problema di identità dei sangue misto, che temono la prossima indipendenza in cui gli inglesi se ne andranno senza portarli con loro mentre in India saranno rifiutati come non veri indiani. Lo stesso tema sarà ripreso anni dopo molto superficialmente da Cukor in Rapporto a quattro. Esemplificato in Vittoria, tenente dell'esercito inglese e legata agli inglesi per cultura e usi, oltre che per il suo lavoro, e sentimentalmente legata a un altro sangue misto. La sua vicenda personale favorisce un suo esemplare spostamento di interessi e convinzioni: costretta a uccidere per legittima difesa un ufficiale inglese che tenta di violentarla, teme di non essere creduta davanti a un tribunale inglese, viene aiutata da indiani arrabbiati (comunisti) che vogliono suscitare la lotta armata. Vittoria sta per aderire al loro movimento, ma dopo aver visto le vittime dell'attentato a un treno se ne allontana e denuncia il capo terrorista, che viene ucciso mentre stava preparando un nuovo attentato per uccidere Gandhi. Poiché lei in Inghilterra sarebbe una straniera, il colonnello inglese di cui ora è innamorata darà le dimissioni per restare in India con lei in un convenzionale e banale lietofine, tutto sommato coerente a un racconto facile ma decoroso, che propone una sommaria sintesi storica dell'indipendenza dell'India secondo uno spirito anticomunista ma non troppo retorico. Il film è fra i meno cukoriani, privo di sfumature nei caratteri; l'unico che avrebbe dovuto averne è la protagonista, ma la Gardner non ha saputo dargliene e si conferma star ma non attrice.
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