Regia di Claude Berri vedi scheda film
Sul finire dell'Ottocento, le lotte operaie nel Nord della Francia vengono viste attraverso le tragiche vicende che colpiscono la famiglia di Maheu (Gerard Depardieu), minatore con una frotta di figli a carico. Lui e parte della sua prole morirà, ma nel suo sodale Etienne Lantier (Renaud, cantautore impegnato) germoglierà il seme della speranza per un mondo nuovo e più giusto.
Il romanzo di Emile Zola (che fu già portato sullo schermo nel 1963 da Yves Allegret col titolo La furia degli uomini), sceneggiato da Claude Berri con sua sorella Arlette Langmann, fa da spunto ad un film epico, corale e accorato che - fuori dalla dimensione saturnina che lo contrassegna - ha il merito di non volere suscitare alcuna simpatia né commiserazione verso un proletariato sfiancato dalla fame e dallo sfruttamento ma anche abbrutito dalla rabbia. Ma i denti troppo sani, i corpi troppo pasciuti per essere quelli degli affamati e la durata eccessiva ridimensionano le ambizioni di dimensioni hollywoodiane del film. Grande successo di pubblico in Francia, fiasco colossale in Italia. Il direttore della fotografia è Yves Angelo, che nello stesso anno girò, sempre con Depardieu, Il colonnello Chabert.
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