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Un giorno di ordinaria follia

Regia di Joel Schumacher vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un giorno di ordinaria follia

di axe
9 stelle

Los Angeles. Un immenso ingorgo blocca una grande strada della città. Improvvisamente, un uomo esce dalla sua automobile ed, esprimendo la volontà di andare a casa, si allontana. Poco dopo, un altro uomo, qualificatosi come poliziotto prossimo alla pensione, offre aiuto per posizionare la vettura all'esterno della carreggiata. Le strade dei due, rispettivamente William Foster ed il sergente Prendergast s'incrociano in quell'occasione una prima volta. Da quel momento, William, diretto verso la casa dove abitano la sua ex-moglie e Adele, la giovanissima figlia, aggredisce selvaggiamente chiunque si frapponga, direttamente o indirettamente, alla sua volontà, diventando più pericoloso man mano che avanza, in proporzione alle armi che riesce a procurarsi. Il sergente Prendergast è un poliziotto all'ultimo giorno di lavoro; nonostante sia un ottimo agente, ha voluto essere lontano dalla "prima linea" e poi andare presto in pensione per amore della moglie, esageratamente apprensiva ed egoista. Appreso della scia di sangue che William si sta lasciando dietro, decide di indagare per comprenderne motivazioni ed intenzioni. Le strade dei due tornano ad incrociarsi, in una drammatica "resa dei conti" a fine narrazione. Ottimo film, racconta ed analizza la reazione di un uomo comune ai soprusi della quotidianità. Ad un primo sguardo possono sembrare inezie, e le azioni di William sproporzionate rispetto le offese, ma il regista, bravo nel tratteggiare il suo personaggio, rende un ingorgo stradale, un assalto di teppisti, un rifiuto ai banconi dei locali, le classiche "gocce che fanno traboccare il vaso". William è un uomo al limite. Nonostante buone capacità, è stato licenziato perchè ritenuto "obsoleto"; lasciato dalla moglie; allontanato dalla sua casa e dall'amata figlia, non perchè violento, ma perchè ... sarebbe potuto diventarlo, secondo un giudice deciso ad impartire una lezione esemplare; costretto a vivere con l'anziana madre. E' sufficiente un piccolo affronto proposto dalla quotidianità - magari subìto per l'ennesima volta - a renderlo violento. Pur riconoscendo l'esagerazione, non mi è possibile non schierarmi, anche solo emotivamente, con William, il quale, pur nel suo precipitare nella follia, del quale da un certo momento in avanti (il "punto di non ritorno") si dichiara pienamente consapevole, conserva la capacità di distinguere il bene dal male, evitando di coinvolgere innocenti e, finchè gli è possibile, di uccidere. Libero dai vincoli delle convenzioni sociali, che mostrano di aver avvelenato non solo la sua vita, ma quella di un'intera generazione, intende voler soddisfare uno tra i più naturali dei bisogni, quello di ricongiungersi alla propria figlia ed a quella che percepisce ancora come sua moglie. Dopo aver portato a termine il suo disegno, recupera in qualche modo la "ragione" che lo riporta entro gli schemi della sua società, ed agisce di conseguenza, immolandosi per garantire il benessere, almeno economico, di Adele, e sfruttando per questo scopo il ruolo del sergente Prendergast. Anche il poliziotto ha molto da rimproverare alla società. La scelta di correre meno rischio possibile, cosa che gli è valsa la disistima di colleghi e superiori, è motivata dalla necessità di tutelare la moglie, terrorizzata dall'idea che l'uomo potesse non tornare a casa - i due hanno perso un figlio e ciò ha condizionato il rapporto coniugale - la quale lo ricambia con egoismo e disinteresse verso il suo lavoro. Prendergast, però, è una persona che sa adattarsi. Ha una sua scala di priorità che mostra di saper gestire e modificare, nonostante subisca "attacchi" da più fronti. Rimane scosso dall'accaduto, ma sa superare il trauma, ed anzi, ne trae entusiasmo per il futuro. Il regista illustra allo spettatore questi personaggi gradualmente; in particolare, di William, ad inizio film, non sappiamo nulla. Solo alla fine del racconto, mediante l'espediente della proiezione dei filmini di famiglia, possiamo conoscerlo a fondo. E' un uomo brillante e positivo, con un'indole leggermente prevaricatrice. Una persona che forse ha peccato nella presunzione di poter controllare ogni evento della sua vita, rimanendo amareggiato nel momento in cui ha compreso l'impossibilità di ciò. Le ambientazioni del film mostrano una città nella sua realtà; a molte aree degradate si affiancano "piccoli paradisi" riservati alle elìtes, dei quali William viola i confini, secondo la sua ferrea logica per la quale aggirarli comporterebbe un eccessivo allungamento del percorso. Ottime le interpretazioni di Robert Duvall nei panni del poliziotto e di Michael Douglas quale protagonista; un film che ho sempre molto piacere di rivedere. Racconta a cosa può portare l'alienazione cui si è costretti dal moderno vivere civile.

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