Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Gronda sudore sul volto di Michael Douglas, nelle cui orecchie ronza una mosca insistente come il vocio fastidioso dei bambini irrequieti e i clacson delle auto in coda nel traffico infernale di un mattino di città. Bastano poche sequenze per indurre lo spettatore alla stessa insofferenza del protagonista, segno che Joel Schumacher ha inquadrato lo stato d’animo dell’uomo comune, angosciato dalle frustrazioni ordinarie estremizzate da un soggetto particolarmente problematico. Grazie alla fotografia, dai toni seppia con immagini come offuscate da un alone afoso che circonda ogni cosa, si riesce a percepire interamente il contesto d’ambientazione pienamente consono alla rappresentazione. Michael Douglas, con la sua ira pacata, domina la pellicola ben costruita e scorrevole, resa ancor più affascinante da un finale non scontato e da sequenze incisive, servite su una colonna sonora non poco notevole. Un cult, motivato da un’interpretazione e una messa in scena degne di nota.
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