Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Un film che è una durissima allegoria (non esattamente velata) sulla follia a cui conduce lo stile di vita moderno. I supercivilizzati Stati Uniti d'America sono una serie di quotidiane trappole per la salute mentale dell'uomo: dagli ingorghi stradali ai perenni lavori in corso immotivati, dalle sorridenti umiliazioni dei fast food alla mancanza di rispetto per bambini e deboli; il tutto condito dall'umore chiuso e scorbutico, sospettoso e nervoso con cui l'americano medio gestisce i rapporti interpersonali. La soluzione è la strage, l'annullamento (ed autoannullamento) del genere umano ridotto in questo stato. La tensione è il vero protagonista, anche se il duello Douglas-Duvall è gustoso; qualche ironia sdrammatizza il giusto, peccato per alcuni momenti di facile patetico e per le banalità disseminate qua e là con sprezzo dell'intelligenza dello spettatore (incredibile a dirsi, ma nel 1993 c'è ancora il poliziotto all'ultimo giorno di lavoro). Il finale è l'unico possibile.
Un impiegato è stato licenziato da poco. E' il compleanno della sua bambina, dalla cui madre è divorziato ed è immerso in un ingorgo infinito. Lo stress lo divora: quella giornata diventerà la giornata della sua personale giustizia. Ruba delle armi e comincia la strage; soltanto un poliziotto al suo ultimo giorno di lavoro riuscirà a fermarlo.
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