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Un giorno di ordinaria follia

Regia di Joel Schumacher vedi scheda film

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La recensione su Un giorno di ordinaria follia

di emil
8 stelle

Mi sembrano troppi 80 cent per una Coca...

Basta un ingorgo nel traffico , in una torrida Los Angeles,  e il cervello di William Foster (M. Douglas) va in tilt, proprio il giorno in cui il detective Prendergast  ( R.Duvall), appende il distintivo al chiodo.

 

L' odissea di un uomo comune in una Los Angeles dantesca, che deve ancora smaltire l'eredità di Rodney King, dove neri, ispanici, e musi gialli invadono le strade come parassiti, cosi sembrano agli occhi dell'integerrimo citizen a stelle e strisce, fiero del proprio paese, ma dal proprio paese ingannato, e schiacciato anche dalle proprie disgrazie .

Schumacher racconta così la discesa negli inferi di un uomo comune la cui crisi personale è accentuata da una società colpevole di non comprendere il disagio dei propri figli, ed incapace di piangerne il dolore.

Eccellente la caratterizzazione del protagonista, interpretato in maniera superba da Michael Douglas ( ottimo attore ribadiamolo), la cui recitazione accoglie sfumature che abbracciano un ampia gamma di sentimenti , spesso contrastanti fra loro, e che con il passare dei minuti si fa sempre più inquietante. 

 

Prendergast , interpretato con pacatezza da Bobby Duvall , poliziotto prossimo alla pensione che fiuta il pericolo e si getta nella sua ultima e pericolosa  missione , è la sua nemesi. Due facce della stessa medaglia che si incontrano solo nell'epilogo, una resa dei conti che mette entrambi davanti alle proprie tragiche vite e che chiarisce una verità semplice semplice: non si può dare solo agli altri la colpa di quello che capita nella vita.

 

Chirurgici e sibillini i dialoghi, specie quelli messi in bocca  al protagonista,  incapace di reagire all'ineguatezza dei rapporti fra simili se non con l'unico codice possibile: la violenza. Anche chi ha perso la brocca ha la propria morale, spesso filtrata da un senso di giustizia distorto e mai appagato, perche fomentato da rancore mai sopito.

 

Un viaggio che è arrivato ad un punto in cui conviene proseguire, perché tornare indietro è impossibile e perché "sei vuoi vedere i matti, vai in giro per la città", per usare le parole di Forster/Douglas. 

 

Ottima la regia, che riesce a raccordare i due  piani narrativi dando il giusto respiro al racconto, riuscendo ad inserire riuscitissimi inserti al limite del grottesco. 

Ritmo e tensione, analisi lucida e spietata di persone e istituzioni.

Cultissimo.

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