Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Terzo ed ultimo capitolo della trilogia dei colori (della bandiera francese), abbinati ciascuno ad uno dei valori della rivoluzione: qui si parla, anche se in modo piuttosto astratto, della fratellanza. La trama è senz'altro la più complessa (e quella che parte più lentamente, per poi scatenarsi vero la metà del film e nel finale) fra quelle dei tre lavori ed il colpo di genio finale è memorabile: al naufragio dell'ultima scena scampano i protagonisti di questo film e degli altri due della trilogia. Come a voler dire che tutto ciò su cui l'intero lavoro si basa è in sostanza pura casualità: solo i sopravvissuti possono raccontare la loro storia. Kieslowski adotta ancora una volta la 'logica del rovescio', chiamando in causa la fratellanza per poter parlare di sfiducia, solitudine e misantropia.
Una fotomodella conosce un giudice in pensione riportandogli a casa il cane; il giudice, misantropo e spione (ha un apparecchio con cui ascolta le telefonate altrui) simpatizza con lei. Lei intanto è in crisi con il proprio ragazzo, che sta in Inghilterra, e si imbarca per raggiungerlo. Scamperà miracolosamente ad un naufragio.
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