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Così lontano, così vicino

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Così lontano, così vicino

di steno79
6 stelle

Uno dei film meno belli di Wenders, non merita tuttavia il massacro a cui è stato sottoposto da una critica che, dopo l'entusiasmo per le opere degli anni Settanta e Ottanta, gli ha voltato le spalle troppo rapidamente. E' il seguito annunciato de "Il cielo sopra Berlino", che infatti terminava con la scritta "continua": qui l'angelo Cassiel decide di diventare uomo, come aveva già fatto il suo amico Damiel, e si ritrova a vagare in una Berlino in preda al caos seguito alla riunificazione, finendo per diventare l'assistente di un ambiguo uomo d'affari, in realtà dedito al traffico d'armi su scala internazionale.
L'intreccio è piuttosto prolisso e dispersivo e segna un passo indietro rispetto al film precedente, ma le riprese aeree su alcuni dei luoghi-simbolo della città di Berlino conservano un certo fascino, così come alcune invenzioni figurative, soprattutto nell'elaborato finale che rende omaggio al direttore della fotografia Henry Alekan e a L'Atalante di Jean Vigo. Alcuni elementi fiabeschi della trama fanno quasi pensare a La vita è meravigliosa di Frank Capra, ma appesantiti da troppe riflessioni esistenziali e meditazioni piuttosto pessimistiche sulle difficoltà di una congiuntura storica in cui prevaleva l'incertezza (ma visto vent'anni dopo, si può dire che la Germania ha superato ampiamente il rischio della disgregazione a cui era esposta in quel momento). Il cameo di Mikhail Gorbaciov che riflette su alcune frasi di Dostojevskij è originale, ma non aggiunge troppa sostanza. Nel cast, buona la prestazione di Otto Sander e, fra i comprimari, spiccano soprattutto un'affascinante Nastassja Kinski, un mefistofelico Willem Dafoe e il sempre bravo Horst Bucholz.
voto 6/10

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