Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Un brutto film. Una telenovela anni ’80 in sintesi. L’Italia sembra il sud America, e questo in effetti potrebbe apparire un pregio del film, per la corretta descrizione fatta: è vero che l’Italia era (ed è) un paese sudamericano, senza offesa per nessuno.
Il cast è grandioso, ma completamente sprecato: per recitare alla maniera che è stata loro richiesta, bastavano dei comparsanti della pubblicità. Spiace che Monicelli, così generalmente apprezzato (anche da me) si sia abbassato a tanto; ma si era in pieni anni ’80, momenti in cui mai si è visto un livello tanto basso, per ogni aspetto serio della vita culturale e in generale umana. In “Parenti serpenti” il maestro della commedia all’italiana sarebbe tornato, molto dopo, a graffiare come doveva; non certo in questo, che nel migliore dei casi sembra un film per la tv.
La toscaniuccia delle musichette, della fotografia leccata, del montaggio televisivo, la cadenza da recita da oratorio … son troppi i difetti di questo film. Cui comunque van riconosciuti dei pregi: lo scavo nella sofferenza dei personaggi, innanzitutto. Sono tutti personaggi che hanno patito grossi problemi i quali si vedono. Per questo la radunata finale è del tutto verosimile: il pregresso che è stato patito è così grosso, ed ha insegnato valorizzare le piccole ma tante e importantissime cose che hanno condotto a dare importanza a ciò che davvero conta: l’affetto reciproco, che non vuole ignorare alcun aspetto che la realtà ha mostrato.
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