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Vestito per uccidere

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vestito per uccidere

di zombi
8 stelle

di cosa sono vestiti i nostri sogni, i nostri desideri, i nostri impulsi. i miei si vestono sicuro di ottimi gusti cinefili.

inizia con un sogno bagnato di una donna matura desiderosa che si lava sensualmente nell'indifferenza del suo partner che si rade, e all'improvviso viene aggredita da una figura maschile possente che l'afferra dove non riesce a godere e finisce con un incubo da cui un'altra donna molto più giovane non riuscirà a uscirne facilmente.

ancora oggi il famoso e mitico film di de palma colpisce e non lascia indifferenti.

a cominciare dai primi 40 minuti in cui la 49enne angie dickinson si appropria del film, una figura femminile autonoma, sicuramente agiata dal punto di vista finanziario, vive col nuovo compagno, e il figlio(del primo marito morto in vietnam) esperto in elettronica.

la donna è fieramente autonoma e libera e ha un appuntamento fisso col dottor elliott per parlare dei problemi legati al rapporto col suo compagno col quale ha rapporti intimi sbrigativi, che non implicano affatto la soddisfazione sessuale della donna, e rapporti complicati con la madre.

la donna si reca al museo e osserva i quadri annotando qualcosa su un taccuino, che scopriamo poi essere la lista di quello che deve comprare e fare.

insomma si aggira per le sale museali, alla ricerca di qualcosa e finalmente la trova. un uomo le si siede di fianco e lei inizia il suo rito di seduzione, ma dopo una prima occhiata  e un sorriso veloce, l'uomo si alza e se ne va.

la donna, si sente defraudata di ciò che lei sente la rappresenti, l'essere attraente, ancora piacente, desidera ardentemente essere desiderata e quindi inizia l'inseguimento, rimasto famoso e a buona ragione, perchè è una scena strabiliante.

l'uomo che sa di essere seguito, si diverte ad attenderla per poi sfuggire alla sua vista, e lei lo segue con ansia tangibile, fino a quando non le tende un tranello e si fa trovare che l'attende, e la tocca sulla spalla con il guanto che aveva perso poco prima.

beccata in flagranza di desideroso e un pò rancoroso reato, la donna ora lo fugge, ma chi ha ancora il coltello dalla parte del manico è sempre lui, l'oggetto del desiderio.

ad un certo punto lui sparisce e lei realizzando di aver perso un guanto torna alla panchina dove era seduta intenta a fare la lista della spesa e solo lì realizza che lui l'aveva toccata indossando il suo guanto.

uscita convinta di aver perso un'occasione, getta il guanto rimasto, e solo allora vede l'uomo che l'attende su un taxi, sventagliando il guanto che aveva accidentalmente lasciato cadere.

si avvicina signorilmente a chiedere scusa per il suo comportamento, ma l'uomo senza profferire sillaba, la risucchia nell'abitacolo e hanno un'inaspettato e violentemente sensuale rapporto orale sul sedile posteriore, mentre il taxista li osserva dallo specchietto.

ma qualcuno la sta seguendo.

il film è uno spietato e crudele spaccato su come il desiderio di una donna non più giovanissima ma che ha ancora lo spasmodico bisogno di essere piaciuta e di sentirsi donna attraverso l'apprezzamento degli uomini che però nell'ambito famigliare non riescono e non sono interessati a farla godere, le si ritorca contro.

quando dopo essersi svegliata nel letto di questo sconosciuto senza parola, lentamente si riveste, gli scrive un biglietto di quanto sia stata bene con lui e nel frugare nel cassetto legge un referto medico dove con suo orrore scopre che il bellone senza favella è infetto da gonorrea e sifilide.

 fugge dal suo peccato di lussuria, ma qui verrà raggiunta, in un'altra meravigliosa scena carica di insostenibile suspence, dalla lama di un affilatissimo rasoio brandito da una bionda in occhiali, soprabito e guanti neri, che la punisce per ciò che ha fatto.

purtroppo per l'assassina, l'ascensore si ferma , la donna ferita chiede aiuto, la donna fuori rimane scioccata, mentre il suo accompagnatore clandestino fugge a gambe levate lasciandola sola in una situazione che le si ritorcerà contro quando arriverà la polizia.

e qui de palma ci delizia con una scena in cui tutti confidiamo nel salvataggio dell'insoddisfatta fedifraga; la donna sul pianerottolo blocca la porta, e dentro nascosta alla vista è in agguato l'assassina e si avvicina sempre di più con la lama del rasoio; solo che la donna sul pianerottolo si accorge dell'assassina dallo specchio nell'ascensore e spaventata ritira la mano.

la porta chiudendosi fa perdere la presa sul rasoio che viene raccolto dalla donna sul pianerottolo, mentre la porta dell'ascensore si chiude e la peccatrice viene finita.

morta la protagonista dei primi 40 minuti di film, entrano in campo la donna che ha assistito al fattaccio e che non viene creduta dall'ispettore di polizia che oltretutto la tratta male perchè di mestiere fa la puttana, il figlio della morta e il dottore che l'aveva in analisi.

la donna e il figlio della morta si alleano per scoprire cosa è successo alla donna e perchè, ma anche perchè la donna viene perseguitata dalla misterosa bionda che la segue ovunque ed è ovunque come se fosse un'entità sovrannaturale, per uccidere un fastidioso testimone.

ovviamente oltre non si può andare senza dire chi è l'assassino/a, anche perchè ricordo ancora la prima volta che lo vidi, l'effetto che mi fece.

le scene notturne con quei bei neri lucidi; le musiche sognanti, romantiche, un pò favolistiche e perverse di pino donaggio, le scene magistrali studiate e orchestrate da de palma con quel gusto sadico che lo contraddistingueva, facendo sentire lo spettatore allo stempo un guardone, un porco, uno schifoso untore, una troia vogliosa e una donna che vuole solo sentirsi donna senza dover scegliere tra il ruolo della puttana o della suorina dedita alle incombenze domestiche, e per questo venir uccise sadicamente.

nei meandri della mente e della natura umana, de palma sapeva eccitare i gusti cinefili, con l'illusione del cinema, per poi punirci nei modi più crudeli e sadici, facendoci rimettere i piedi in terra e nei nostri cattivi pensieri.

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