Regia di Stuart Hagman vedi scheda film
Un film simbolo degli anni '70, che naviga sulla contestazione sessantottina; naviga la parola giusta e sfruttalo è ancora di più. Un film datatissimo e già da qui quando il film invecchia qualcosa cinematograficamente non va e qui ci sono diverse cose che non vanno. Si parte da una produzione non proprio indipendente, che cerca di immettersi in un cinema Out. Un gioco leggero che si prende quasi tutto il film, per poi finire drammaticamente negli ultimi minuti; il film è tratto da un libro e poi sceneggiato non certo al meglio e con una regia a dir poco irritante. Giochi di immagini facilotte, cinepresa a mano, ma tutto questo non fa altro che sottolineare la banalità della messa in scena e della storia trattata. Un discorso sovversivo e che mette in burletta quegli anni in maniera davvero cretina. Io sono convinto che il sessantotto non è una esperienza da liquidare, è una fase di crescita molto importante delle nostra società, che magari dopo a preso strade diverse ed involutive, ma non per colpa dei giovani, ma della società che si è approfitta delle idee di queste strumentalizzandole, e questo film ne è un esempio, per porre drammaticamente una generazione di fronte alla frode che ha dato forma alla reazione. I giochini dei ragazzi che fingono il dolore e la violenza sono davvero puerilmente espressi e recitati ancora peggio, per poi voler risolvere in un finale che non ce la fa a fare un discorso corposo ed interessante. Metterlo sulla stessa linea di Easy Rider è davvero inconcepibile.
Naturalmente il condimento di musiche adatte, cerca di rimepire gli spazi fasulli dell'operazione
Storia davvero gestita al peggio
Meno male che ha smesso, ed il secondo film è già una dimostrazione di quello che sapeva e avevav in mente di fare
Faccia davvero irritante, meno male che dopo ha fatto del cinema ben diverso
faccetta non proprio espressiva
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