Regia di Stuart Hagman vedi scheda film
La ribellione studentesca di fine anni '60 vista dagli occhi di Simon, uno studente modello amante dello studio e del canottaggio, ma intrigato dallo sciopero alla Università di S.Francisco non tanto per la motivazione politica (l'università collabora col Dipartimento della Difesa in epoca di guerra in Viet-nam ed inoltre ha sottratto alcuni terreni dalle aree destinate alla comunità afroamericana), quanto perché è più facile incontrare ragazze ipoteticamente disponibili.
Il film è un adattamento del libro di James Simon Kunen, che aveva cominciato a scrivere quasi per gioco una sorta di diario durante l'occupazione della Columbia University a New York: il libro ebbe grandi successo e risonanza e l'anno dopo la MGM si accaparrò i diritti per farne un film giovanilista, dopo l'enorme riscontro di Easy Rider, affidandolo a Stuart Hagmann, regista esordiente che ancora oggi sopravvive all'oblio per quell'unica opera.
Il film non è pensato in chiave rievocativa postuma (anzi è quasi un instant movie) e deve la sua freschezza sia ad una narrazione fatta di un montaggio frenetico ricco di sequenze anti-convenzionali (i movimenti vorticosi della camera), ma anche all'approccio giocoso descritto nella figura del protagonista, che però cresce nel corso degli eventi e da una fase in cui prevalgono gli umori e gli interessi tardo-adolescenziali arriva infine ad un atto di maturazione e di consapevolezza critica della realtà.
Non per altro, dopo un tono di commedia tenuto per gran parte della storia, si arriva alla drammaticissima scena finale dell'irruzione della polizia nella aula magna universitaria, dove gli studenti disposti a cerchio e senza opporre resistenza si limitano a cantare "Give Peace a chance" di John Lennon, mentre vengono allegramente manganellati dalle solerti forze dell'ordine.
E' il film che testimonia un passaggio epocale, quando la rivoluzione, inizialmente sessuale, diventa politica.
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