Regia di Ronald Neame vedi scheda film
Edimburgo, anni ’30: Jean Brodie insegna in una scuola femminile; ormai arrivata alla mezza età, non si è mai sposata dopo aver perso il fidanzato in guerra e tiene a bada due colleghi che la corteggiano, concedendogli qualcosa ma senza nessuna seria intenzione di impegnarsi. Dedica cure particolari a un gruppetto di allieve, invadendone anche il tempo libero; da un lato loro la considerano una patetica zitella e la deridono di nascosto, ma dall’altro sono affascinate dalla sua personalità. Jean è un concentrato di ambiguità: ammira Mussolini e Franco e li addita come modelli, ma nell’ambiente conservatore del collegio passa per essere ribelle e anticonformista; fa crescere intellettualmente le ragazze, ma le mantiene sotto la propria tutela (per compensare la maternità mancata?); è melliflua, suadente e manipolatrice, al punto da aver già deciso chi di loro prenderà il suo posto nel letto del professore di arte. Maggie Smith, premiata con l’Oscar, rende al meglio un personaggio terribile. Il titolo italiano, assecondando la nefasta tendenza dell’epoca, inserisce un tocco di malizia inesistente nell’originale The prime of Miss Jean Brodie, dove “prime” indica il “fiore dell’età” che Jean si attribuisce in continuazione: forse si renderà conto di cosa è diventata solo nel drammatico confronto con la più matura delle sue allieve, che le rinfaccia anni di sopraffazione mascherata (un finale ben più onesto di quello di L’attimo fuggente).
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