Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
http://www.youtube.com/watch?v=k_53LEwnGXU
Occulte ed impetuose - brama e passione (a tratti illibate, a tratti concupiscenti e malefiche) - si diramano - sottoforma del principe delle tenebre - nella notte del mondo gotico dell’epoca vittoriana, in cerca della preda perfetta, da ghermire e possedere ancora una volta; e per sempre.
Mietuta la prima vittima e sparso terrore nei vivi increduli, ma vigili, l’essere incanutito aizza, epperò, sentimenti di giustizia e di vendetta e provoca la coalizione di forze, ad esso contrapposte, che, pur di estirpare definitivamente il maleficio, danno vita ad una lotta senza quartiere infine disputata - quanto allo scontro finale - là ove tutto era cominciato, cinque secoli prima.
Il Dracula di Coppola - prima di essere una creatura mostruosa che inietta incubi ludibri ed ancestrali nel vuoto di cui si circonda e che attinge la sua linfa venefica dai recessi delle leggende più buie della storia (atteso che, in quei medesimi echi della storia, conserva nondimeno, inconsapevolmente, un piccolo, ultimo spiraglio di redenzione) - è un essere dai tratti umani; umani come i mali che lo affliggono e ne fanno una creatura derelitta e pietosa, vittima della crudeltà del destino (spielbergman).
Effigie della corruzione della carne prosciugata dal sangue; prosciugata d’amore.
L’amore bramato con patologica ossessione diventa, così, causa del suo male, ma, altresì, chiave di volta, ai fini della degna conclusione di un’eternità non vissuta, grazie ad una catena fortuita di eventi violenti, ma necessari, che, mentre cancellano le ultime tracce di un’onta innominabile, ripristinano la pace terrena e la “bellezza” della morte definitiva; e si assicurano la clemenza per l’anima.
Il Dracula di Coppola è un horror melodrammatico (Kurtisonic) visivamente impressionante, che seduce, ammalia e suscita paura. Sentimenti che strisciano invisibili nell’ombra e mettono a dura prova le resistenze della ragione. Ma accanto alla paura ed alla perversa seduzione del male Coppola non dimentica mai di tenere viva la fiammella dell’amore castigato e della speranza. Gli unici astri dell’agire vuoi dei romantici, vuoi degli uomini illuminati; le uniche persone, queste, capaci di distinguere le naturali umane debolezze da quelle innaturali ed inumane. Le uniche capaci di farsi forza (in una lotta che prosciugherebbe le forze ai più valorosi) onde riconvertire quest’ultime (debolezze) ed averla vinta, in un modo o nell’altro, sulla putrida apparenza della morte.
Coppola presiede ad un’operazione complessa; perché tinge latebre onnipresenti di colori rutilanti e vermigli e le imbriglia nel contesto di accurate scenografie gotiche; atmosfere suggestive che offrono la cornice ideale ad un ritratto tenebroso fra i più efficaci, grazie a trucchi (e con l’aggiunta di costumi) elaborati e raffinati che ornano gli sfuggenti protagonisti (uno più di tutti) integrandoli abilmente nella storia. Senza dimenticare la colonna sonora (evocativa di mefistofelico esoterismo) e gli effetti speciali basici ed essenziali (quasi primitivi) funzionali alle esigenze sperimentali del regista, il quale, mentre presta continui ossequi alla tradizione letteraria, conferisce il proprio (stilisticamente) visionario marchio personale ad una storia di amore immortale, al di là dell’incombere lugubre della morte.
Il finale, poi, prende più di ogni altra cosa, e dopo un’agonia agitata e convulsa (che il débâcle di un sole rosso rende ancora più straziante) si dissolve in una scena di rara, palpabile intensità.
http://www.youtube.com/watch?v=vhG8zC4npsE
L’autoriale, debordante stilismo di Coppola lascia il segno, su un’opera ambiziosa e meritoria; un’opera unica nel suo genere e impregnata di una bellezza oscura (Kurtisonic) che non mancherà di affascinare (e forse conquistare) i curiosi più audaci.
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