Regia di John Hughes vedi scheda film
Questa pellicola degli anni '80 ha avuto un discreto successo, soprattutto forse in televisione, e se la ricordano credo tutti coloro che l'hanno vista. Io me la ricordavo perfettamente dopo tanti anni. Non è un capolavoro, ma è un film riuscito: è comico senza essere una buffonata o darsi alla volgarità (mica poco...), non eccede nei toni (che sono più di uno, dal comico al commovente), dispone di buone ideuzze, è perfettamente cucito sui due interpreti principali e può contare sulla loro completa collaborazione. Hughes fa il suo, senza sentirsi chissà chi ma anche con dignità, e imprime alla vicenda il giusto ritmo. Martin come gentleman schizzinoso, spocchioso e manierato è indovinato, Candy come ciccione invadente e maldestro è perfetto. Il zuccheroso e il sentimentale all'americana, che potevano presentarsi nel finale, vengono evitati soprattutto grazie alla bravura di John Candy, che sa suggerire più che sbattere in faccia, e accennare con piccoli gesti piuttosto che andare sopra le righe. In più di un momento - mi piace ricordare - fa le mossette e i sorrisi che aveva fatto in "The Blues Brothers", nella sua indimenticabile interpretazione del capo della squadra di poliziotti.
In generale, le risate non mancano; spesso le gag funzionano proprio perché non vogliono strafare e far ridere a tutti i costi. C'è posto però anche per i pensieri seri, come alcune riflessioni sull'egoismo e il pregiudizio.
Insomma, nell'epoca delle commedie sceme e ciniche, questo piccolo salto indietro è una gradevole esperienza che ha più di qualcosa da ricordarci.
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