Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Dire che è 'avanti con i tempi', che è un precursore del suo genere, di solito suona senza dubbio come un complimento per un'opera; in questo caso abbiamo la perfetta eccezione alla regola. La ragazza del bersagliere anticipa infatti la commedia scollacciata che imperverserà sul grande schermo di lì a cinque anni, con pesanti accenni libertini nella trama (sostanzialmente il fulcro di tutta la storia è una ragazza che, rimasta senza fidanzato, ha estrema necessità di fare sesso) e, altra caratteristica che di lì a poco diventerà un must per qualsiasi pellicola comica/demenziale/scollacciata, sfrutta una spiccata caratterizzazione regionalistica, qui per motivi di contesto incentrata sul tipo emiliano. Blasetti (anche sceneggiatore con la premiata coppia Benvenuti/De Bernardi, da un testo teatrale di Edoardo Anton) ha fatto certamente di meglio, ma del resto - classe 1900 - a quei tempi faticava a trovare una sua collocazione in un mondo tanto instabile come quello del cinema italiano (e tanto diverso da quello dei suoi esordi e affermazioni); va comunque apprezzato il tono goliardico con cui affronta una vicenda a suo modo in odore di attualità (il '68 è in arrivo). Ma sostenere che ci sia qualcosa di più dietro questa commediola sarebbe semplicemente pretestuoso. Rimane tutto da apprezzare il cast, con Graziella Granata protagonista e una serie di volti più o meno celebri di contorno, da Vittorio Caprioli a Gigi Proietti, da Tony Renis a Rossano Brazzi, da Franca Valeri a Renato Salvatori, a Leopoldo Trieste. Apprezzabile il commento sonoro a cura di Riz Ortolani. 3,5/10.
In un paesino emiliano arrivano i bersaglieri per un'esercitazione. Uno di loro si lega a una ragazza del posto, ma disgraziatamente poco dopo lui annega nel fiume. Sotto forma di fantasma torna a spronare la fidanzata a dimenticarlo; lei si convince a farlo, ma non riesce.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Il problema centrale che tu ben evidenzi era già il punto di debolezza del "borghesissimo" testo teatrale di Edoardo Anton (in originale "La fidanzata del bersagliere" portanta a suo tempo al successo sui nostri palcoscenici da Ornalla Vanoni nel periodo " Lucio Ardenzi")
Non ho avuto l'occasione di conoscere il testo di Anton prima della visione di questo film, ma posso immaginare che sia stato un po' snaturato per esigenze cinematografiche; è comunque una storia deboluccia che sembra mirare al grande pubblico in maniera fin troppo sfacciata per il periodo. Grazie del commento, sempre prezioso!
Sì, certamente un pò di cambiamenti ci sono ma soprattutto nella forma non tanto nella sostanza... I ricordi sono ovviamente appannati ma io l'ho visto in teatro a suo tempo e so di cosa parlo... teatro "leggero" di consumo : veicolo per mettere in evidenza soprattutto le interpretazionid degli attori e far uscire dalla sala il pubblico contento... quel teatro borghese insomma che qualche decennio fa si è tentato di abbattere con le avanguardie, le cantine e il teatro di regia e delle idee... ma che purtroppo è quasi l'unico che è riuscito a resistere e a sopravvivere alle ingiurie del tempo e all'involuzione culturale in atto.
Commenta