Regia di Sergio Nasca vedi scheda film
Non basta la patinata atmosfera ricreata da Nasca, non bastano i buoni interpreti (brava soprattutto la Sandrelli), non basta l'origine letteraria del testo (un romanzo di Piero Chiara): questo D'Annunzio è e rimane una discreta polpetta, difficile a digerirsi. Perchè c'è poca azione, poca vivacità, ci sono troppi dialoghi e troppo pathos, perchè prevale su tutto una freddezza che non coinvolge lo spettatore; perchè da Nasca, vero e proprio autore e non semplice mestierante nonostante la poca fortuna dei suoi film, ci si aspetta di più di una semplice trasposizione di un romanzo in forma pressochè di fiction (in sceneggiatura peraltro, accanto al regista ed allo scrittore, compare Fabio De Agostini). Pazienza, abbiamo comunque un discreto ritrattino di un uomo pavido, sbruffone, presuntuoso all'inverosimile e beffato dalla vita.
Fine 1800, l'annoiato scrittore Gabriele D'Annunzio, celebre ed invidiato, non trova miglior passatempo che concupire donne: eppure è sposato e sta per nascergli un figlio. Una di queste avventurette però finisce diversamente dalle aspettative del 'vate': sarà infatti abbandonato dalla bella e passionale Elvira.
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