Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Proprio perchè anomalo, proprio perchè difficilmente inseribile nella filmografia dell'immenso Cronenberg, questo Fast Company merita particolare attenzione: innanzitutto come film di genere, in secondo luogo come "corpo estraneo" tra i film-corpo di uno che ha fatto dell'anomalia il suo campo di battaglia. Fast Company è molto cormaniano e, se vogliamo, superficialmente infantile. In verità nasconde i soliti colpi di genio alla Cronenberg: per esempio le brevi ed intense sequenze di accelerazione (altro che il digitale di Fast and Furious!) sono riprese come fossero amplessi tra l'uomo e la macchina e, più si procede nel film, più ci si rende conto che non è la macchina l'appendice dell'uomo, ma viceversa, secondo quel processo comune a quasi tutti i suoi film (si vedano per esempio la macchina da scrivere/insetto di Naked Lunch o le console/feto di eXistenZ). Poi, come nota Gianni Canova nella sua monografia sul regista, anche qui c'è una sorta di virus, che è quello dell'arrivismo e del denaro, che infetta i protagonisti. Ma, una volta tanto, anche in Cronenberg possono esserci eroi.
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