Regia di Roman Polanski vedi scheda film
"E' inutile con me fingere di essere innocente. Ne ho sentite parecchie sul suo conto, monsieur Trelkovski, parecchie. Lei è specializzato nel disturbare la pace notturna."
Il timido ometto franco-polacco Trelkovski, a onor del vero, è silenziosissimo. Se si eccettua la sera in cui ha invitato i suoi colleghi borghesi, ottusi e arroganti, nel proprio appartamento al terzo piano, Trelkovski si comporta da tranquillo inquilino da quando ha faticosamente ottenuto quella fatiscente abitazione. Ma i vicini, convinti che sia un elemento di disturbo, si mostrano invadenti e sprezzanti e, fra una petizione e l'altra, trascinano Trelkovski nella disperazione; inoltre, nel suo appartamento abitava la giovane Simòne, prima che questa si gettasse inspiegabilmente dalla finestra, riducendosi ad un cumulo di bendaggi in ospedale prima di morirvi.
Denti sparsi, simbologie egizie, personaggi che fissano staticamente Trelkovski dalla finestra di fronte: esiste forse un piano da parte dei coinquilini, diabolico tanto quanto quello dei vicini di Rosemary's Baby? O Trelkovski è affetto da paranoia e teme di fare la stessa fine della povera SImòne?
L'inquilino del terzo piano è un altra gemma del terrore del quotidiano, del trionfo della situazione kafkiana per il regista Roman Polanski, qui anche protagonista; l'unico orrore è psicologico, sottile ma pungente, nascosto da un velo di diffidenza e tacito complottismo, che imbriglia Trelkovski fino a farne un uomo disperatamente solo contro tutti e nessuno.
L'inquilino del terzo piano è un vero gioiellino, che lascia respirare una paura che appare a lungo immotivata.
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