Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Onirico, visionario, kafkiano, un delirio iperrealistico che si nutre del grottesco portato ai massimi livelli. La suggestione è ciò che fa la differenza in questo film e Polanski sa come 'suggerire', in una storia in cui peraltro di realmente drammatico o impressionante non accade quasi nulla. Oltre all'ottima prova registica (qua e là direttamente ricollegabile - particolarmente negli interni - a Rosemary's baby), va sottolineata quella da protagonista, nella metamorfosi da tranquillo inquilino a malato potenziale suicida. Il terreno è quello su cui Polanski preferisce giocare, ma qui dimostra davvero di essere oltrettutto in ottima forma. Frenetico e gustoso.
Un ragazzo polacco nuovo in città prende appartamento in un condominio abitato da anziani sospettosi e litigiosi. La precedente inquilina lo liberò gettandosi dalla finestra; per il nuovo arrivato comincia un incubo paranoico, dalle semplici lamentele alle accuse sempre più pressanti del vicinato, fino ad inspiegabili furti ed apparizioni misteriose che gli fanno credere di essere la reincarnazione dell'inquilina precedente.
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