Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Dopo le note traversie personali e legali, nonostante il successo professionale di "Chinatown", Polanski rientrò in Europa e girò quasi subito questo film "in piccolo", traendo spunto da un romanzo di Roland Topor: dramma grottesco progressivamente sempre più intinto nell'inquietante, "Le locataire" è una pellicola che trasuda follia, paranoia, paura del prossimo, in sintesi esprime molto della situazione personale dell'autore. Roman Polanski sceglie di interpretare il ruolo del protagonista , che affonda a mano a mano in un delirio sfociante in un finale allucinato e oggettivamente per niente rassicurante, e pare recitare "à la maniére de" Dustin Hoffman ( chissà se a lui era stato pensato per l'assegnazione del personaggio): il film , che trent'anni dopo lascia una bella traccia di disagio dietro la sua visione, è poco incline allo spettacolare, ma è sgradevole quanto serve, e in un certo senso dà l'impressione di raccontare una storia complementare ad un antefatto di "Rosemary's baby". Vi siete mai chiesti cos'era successo nell'appartamento accanto a quello di Mia Farrow, prima che lei fosse la nuova inquilina?
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