Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Un Ridley Scott innamorato delle atmosfere soffuse e delle calde luminosità del crepuscolo ci regala un film pieno di suggestioni pittoriche, romantiche nei paesaggi boschivi, ed ispirate a Vermeer e Courbet negli interni, con splendidi scorci di nature morte. La sceneggiatura si snoda, semplice e lineare, tra dialoghi poco fantasiosi, che non vanno oltre il dato immediato, ma brillano per efficacia e precisione sul piano narrativo, e il cui tenore, d'altronde, è quello più consono ad un'asciutta e scarna storia di spada e di codice d'onore: la contesa feroce, tanto ineludibile quanto immotivata, tra gli ufficiali ussari D'Hubert e Feraud, campeggia al centro del film come un abisso vorticoso, la cui forza centrifuga sospinge via il vivace respiro dell'umanità. Resta la fredda consapevolezza di un destino che percorre ed incatena la vita al ritmo con cui le armate napoleoniche attraversano e soggiogano l'Europa. La necessità di perpetuare lo scontro finirà per creare, tra i due protagonisti, un legame indissolubile di reciproca dipendenza, che sopravvivrà alla fine della guerra e alla sconfitta di Bonaparte.
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