Regia di Pier Paolo Pasolini, Giovanni Guareschi vedi scheda film
A Gastone Ferranti venne un’idea, chiese a due dei maggiori intellettuali del tempo, Giovannino Guareschi e Pier Paolo Pasolini, lontanissimi in pensieri politici e ideologie, di realizzare una specie di cinegiornale che raccontasse i maggiori fatti che agitavano la società di allora con tanto di personale telecronaca. La pellicola venne allora divisa in due parti, la prima diretta da Pasolini che alle immagini sullo sfondo, spesso dure e drammatiche, frappone la sua poesia e la sua ideologia, raggiungendo l’apice e la conclusione con la stupenda poesia dedicata a Marilyn Monroe, prematuramente scomparsa l’anno prima; la seconda diretta da Guareschi perde, almeno in parte la drammaticità, che resta nelle immagini a cui contrappone l’ilarità di parole pronunciate, dalla voce di Carlo Romano, come un vero cronista di cinegiornale.
La suddivisione in due parti ne consente anche la visione separata essendo due argomenti si concatenati ma non dipendenti l’uno dall’altro. La versione di Guareschi è un prodotto accessibile a tutti, una visione positiva, nonostante tutto: opposto invece il pensiero di Pasolini che esprime il suo pensiero negativo utilizzando un'allegoria poetica non sempre comprensibile a tutti.
A distanza di tempo ci si rende conto del valore storico di questa pellicola che diventa un documento tramandabile che racchiude non solo un periodo storico ma anche un contesto umorale che finisce per rappresentare l’epoca in cui è stato sviluppato.
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