Regia di Jim McBride vedi scheda film
Rémy McSwain (Dennis Quaid) è un giovane poliziotto (il più giovane tenente della polizia di New Orleans), ma già scafato. Come la maggior parte dei suoi colleghi, è moderatamente corrotto. Nulla di eccezionalmente grave, naturalmente: il giovanotto non paga il conto al ristorante, salta la fila, parcheggia in divieto, prende qualche bustarella da loschi gestori di night club. Ironicamente, Rémy e i suoi colleghi definiscono questo sistema di mazzette «la cassa vedove ed orfani». Ma anche l'adesione al sistema tangentizio è dovuta a buone ragioni: di nascosto passa i soldi alla mamma, per far studiare il fratellino universitario. Mentre indaga sull'omicidio di un mafioso, c'è anche chi indaga su di lui, ovvero la bella assistente del Procuratore distrettuale, mandata a verificare i sospetti che gravano sulla polizia di New Orleans. Proprio la città della Louisiana è la Big Easy del titolo, la città facilona, tutta dedita alla musica, dove il maggior motivo di tensione è costituito dall'organizzazione del Mardi Gras. Eppure, una serie di omicidi atroci e truculenti - tanto che sembrano voler richiamare rituali satanici - trasforma la Big Easy in un inferno sulla terra, fa brancolare la polizia nel buio e convince Rémy a collaborare con la bella investigatrice (Ellen Barkin). La storia in sé non era nuova neanche venticinque anni fa, quando il film uscì: in fondo si tratta della materia già narrata in decine di film americani, quanto meno da Serpico in avanti, con contorno di storia romantica di prammatica, destinata al lieto fine. Quello che conta, qui, è il contorno; non tanto la vicenda poliziesca, ma, appunto, la Big Easy che dà il titolo al film e ai suoi dintorni (prima che la città della Louisiana fosse martoriata dall'uragano Katrina), la sua gente e, non ultima, la sua musica. Il centro propulsore del film è infatti New Orleans, città che, proprio come il nome del protagonista (Rémy McSwain), è per metà francese e per metà americana. Così come la sua musica - la più importante città della Louisiana, il cui aeroporto è intestato a Louis Armstrong, sarebbe inimmaginabile senza i suoi bluesmen e i suoi suonatori di banjo - il cajun e lo zydeco, perfetta fusione di ritmi (il valzer, per esempio) e linguaggi europei e spirito folk del sud degli Stati Uniti d'America. Imperdibili, anche in questo senso, i titoli di testa che mostrano il corso del Mississippi e certi ambienti del Bayou, sottofondati da una canzone di musica cajun.
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