Regia di Mario Costa vedi scheda film
Dopo anni in cui si non erano prese sue notizie, lui torna finalmente dalla Russia. Gioia per moglie e figlia, ma anche un pericoloso e tragico scompiglio.
Discreto melodramma in stile Matarazzo, ma non di Matarazzo. Di lui c'è non solo lo stile e l'argomento, ma pure la presenza non casuale di Amedeo Nazzari. Più di presenza che di altro si tratta, infatti, perché l'attore è relegato ad una parte secondaria. Insomma, la sua funzione di richiamo è abbastanza evidente.
La vera protagonista è la giovane Antonella Lualdi, che è sicuramente il personaggio principale, attorno al quale ruota la vicenda. L'attrice è molto espressiva e calata nella parte. Brava anche Nadia Gray. Nazzari, come si diceva, presta il volto e quel tanto di stile che basta. Ancor più di quest'ultimo, Andrea Checchi mette proprio il gettone di presenza, e basta. Più anonimo, invece, mi pare l'attore che interpreta il corteggiatore della figlia che infatti non mi pare abbia avuto una carriera.
L'adulterio e l'omicidio vengono attribuiti più alle sfortunate circostanze – tra le quali il fenomeno dei dispersi della campagna di Russia – che alla cattiva intenzione dei singoli. Da qui il titolo, che si capisce più o meno “Pietà per chi sbaglia”.
La regia ha qualche momento di incertezza nella parte centrale, ma il finale è dotato di buona forza drammatica.
Sullo sfondo vediamo (ma non troppo) Venezia, e Firenze, questa però ripresa male e mostrata con il classico trucco dello schermo sul quale si proietta da dietro, e davanti l'automobile, che in realtà è in studio e non si muove. Peccato.
In ogni caso, siamo in presenza di dignitoso cinema popolare del genere melodramma familiare, che oggi possiamo rimpiangere senza remore.
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