Regia di Mario Costa vedi scheda film
Un uomo, dato per morto in guerra, torna a casa anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Trova la moglie insieme a un altro e lo uccide. La figlia della coppia, ormai grande, perde la testa e cerca riparo nella comprensiva zia e in un amichevole violinista.
Mario Costa è stato un discreto mestierante del cinema di genere nostrano, attivo fra la fine degli anni Trenta e i primi Settanta; tra i filoni da lui maggiormente percorsi – insieme a quello musicale e a quello cappa & spada – c’è il melodramma, quello strappalacrime che negli anni del secondo dopoguerra si sbizzarriva fra tragedie della gelosia, accanimenti della sorte ed eccessi emotivi. Questo Pietà per chi cade non sfugge già dal titolo alle regole del genere e presenta un cast assolutamente invidiabile che prevede le presenza di Amedeo Nazzari, Antonella Lualdi, Andrea Checchi, Lyda Baarova, Massimo Serato, Nadia Gray e Carlo Tamberlani: davvero un buonissimo parterre di nomi. Lo stesso si può dire dei collaboratori tecnici, e infatti la confezione è impeccabile: la fotografia è di Anchise Brizzi, il montaggio di Otello Colangeli, la colonna sonora di Carlo Rustichelli; le firme sulla sceneggiatura sono ben cinque: oltre a quella del regista, quelle di Tullio Pinelli, Angelo D’Alessandro, Alberto Albani Barbieri e di Anton Giulio Majano, da un racconto di quest’ultimo e di Domenico Meccoli. La trama è eccessivamente ricca di colpi di scena, nel segno dell’intrattenimento più spudorato, senza peraltro troppi moralismi. 4/10.
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