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L'ultimo Imperatore

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo Imperatore

di mm40
7 stelle

La vita di Pu Yi, ultimo imperatore cinese, salito al trono da piccolissimo, all'inizio del Novecento, e spodestato dall'ascesa dei comunisti dopo la seconda guerra mondiale. Fatto prigioniero e rilasciato solamente dieci anni dopo, Pu Yi vivrà i suoi ultimi anni come un libero cittadino qualunque, ormai dimenticato da tutti.

 

C'era una volta in Cina... Monumentale lavoro, quello di Bernardo Bertolucci, pluripremiato attorno al pianeta e tassello fondamentale di una filmografia che pure già sfoggiava titoli di rilevanza assoluta (Novecento, Ultimo tango a Parigi); L'ultimo imperatore è essenzialmente un film sulla memoria e sulla transeunte 'gloria mundi', sul decadimento del potere in parallelo a quello di tutte le cose umane. Fin dalla lunga e laboriosa preparazione, nulla è stato semplice per il regista, che ha ricevuto però permessi straordinari da parte delle autorità cinesi (fra cui la possibilità di girare all'interno della Città proibita) e ha saputo sfruttare al meglio, senza disperdere eccessivamente gli immani sforzi, la munifica coproduzione fra Italia, Cina, Francia e Regno Unito. Un kolossal a tutti gli effetti, una biografia sfarzosa che Bertolucci vira su colori (e dettagli) vivi, scene in spazi aperti, sapienti movimenti di macchina e per la quale viene assistito da un cast tecnico e artistico di prima qualità. Nove Oscar e infiniti altri riconoscimenti; l'Academy ha premiato il film, la fotografia di Storaro, la sceneggiatura di Bertolucci e Mark Peploe, la regia, i costumi di James Acheson, le scene di Scarfiotti, Cesari e Desideri, il montaggio di Gabriella Cristiani, il sonoro di Rowe e Sharrock, le musiche di Ryuichi Sakamoto e David Byrne. Nessuna statuetta per gli attori, fra i quali vale la pena annoverare quantomeno John Lone, Joan Chen, Peter O'Toole, Victor Wong e, in una parte laterale, anche lo stesso musicista Sakamoto. Al netto di una durata spropositata (poco meno di tre ore) che fa vacillare di tanto in tanto la tenuta della narrazione, non si può che riconoscere la magnifica riuscita del progetto. 7/10.

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