Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
E' il kolossal che fece trionfare Bertolucci agli Oscar nel 1987 con ben nove statuette assegnate, fra cui Miglior Film e Miglior regia. E' un film di genere storico-biografico che ripercorre la vita di Pu Yi, salito al trono della Cina all'età di soli tre anni e in seguito deposto, narrata attraverso dei flashback che partono dal periodo in cui l'Imperatore era detenuto in un istituto di rieducazione per criminali di guerra. E' un film di stampo epico che vale, prima di ogni altra cosa, per le sue notevoli qualità spettacolari sapientemente esposte nelle scene di massa, in particolare quelle nella Città Proibita, con i suoi rituali arcaici e le scenografie maestose, e con un uso di colori caldi nella geniale fotografia di Vittorio Storaro, che contrastano con le tonalità più opache e neutre delle sequenze carcerarie. Dal punto di vista storico, è sicuramente fedele ai fatti narrati con qualche lieve licenza in certi dettagli, mantiene un buon impatto sullo spettatore aggirando accuratamente il pericolo della noia, anche se la durata di 160 minuti resta abbastanza impegnativa. La figura di Pu Yi è mostrata in tutta la sua fragilità e nella sua tragica incapacità di adeguarsi al nuovo corso degli eventi, lui che rappresentava un regime ormai anacronistico dal quale, tuttavia, non aveva saputo staccarsi, cercando di rinnovare i fasti dell'Impero cinese diventando l'Imperatore della Manciuria in mano ai giapponesi. John Lone riesce a trasmettere al personaggio una sorta di rassegnata dignità e ne rende bene la prevalente passività, Joan Chen è efficace nel mostrare il cambiamento della moglie di Pu Yi da ragazza innamorata a donna matura e disillusa, Peter O'Toole ritrova il suo antico carisma nel ruolo del precettore inglese Reginald Johnston. Alcuni sostengono che la regia di Bertolucci sarebbe piuttosto accademica e che non incida a livello drammatico, ma, pur riconoscendo che non c'è il tocco personale de Il conformista o dell'Ultimo tango, il film si raccomanda per un intelligente ricorso alle risorse spettacolari e per un impianto romanzesco, ma meno scontato di quel che può apparire al primo sguardo, soprattutto nella rappresentazione delle ingiustizie che spesso sono legate a certi momenti di cambiamento storico e sociale.
voto 8/10
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