Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Prologo in territorio neutro (Argentina 1938): il patriarca di una famiglia divisa in due rami, francese e tedesco, muore nell’apprendere che un suo nipote ha aderito al nazismo. Il resto è una specie di versione alternativa di Casablanca nella quale non ci si sposta da Parigi: Paul Henreid fa sempre il marito eroico di una moglie trascurata, che cade nelle braccia di un fatuo seduttore che poi decide di redimersi. Forse potrebbe strappare la sufficienza se non si tenesse conto di questa matrice, ma il confronto diretto è impietoso: Ingrid Thulin cede alla corte di un debosciato non perché creda morto il marito ma solo perché incapace di stare sola, e la metamorfosi del suddetto debosciato in intrepido combattente della resistenza non ha alcuna credibilità. Anche la composizione del cast è francamente assurda: Lee J. Cobb (classe 1911) fa il padre di Charles Boyer (classe 1899) e il nonno di Glenn Ford (classe 1916), che a sua volta è fratello di Yvette Mimieux (classe 1942). In un melodramma familiare a forti tinte Minnelli doveva sentirsi a suo agio, ma questo finisce per essere un film di propaganda bellica fuori tempo massimo.
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