Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Uno dei film più belli e crepuscolari di Bertolucci. Tante partecipazioni straordinarie, tra cui Franco Citti scomparso pochi giorni fa.
“…cadavere domani sarai se qui rimani. Salvati, va…”
Il soprano Caterina Sivieri risiede a New York e sta per partire in tournèe col marito Douglas, senza il figlio adolescente Joe. Douglas ha un infarto sotto casa e muore. Caterina prende Joe e parte per l’Italia. Sarà un viaggio iniziatico per entrambi.
LA LUNA è un melodramma alla Giuseppe Verdi, dal principio alla fine. Si apre con una bellissima sequenza in una villa di Sabaudia. La madre e il bambino. Caterina e Giuseppe ballano un twist italiano sotto gli occhi del piccolo Joe. Questi, cresciuto, ha un rapporto conflittuale con la madre, l’aveva idealizzata con LA LUNA da piccino. La sua lieve tossicodipendenza viene repressa da Caterina con l’amore materno, con l’incesto. Lei cerca le radici personali e musicali a Parma, ma è a Roma e a Caracalla che risolve il loro rapporto, da allargare al padre naturale. Joe gli fa visita nella scuola in cui insegna, con i suoi alunni dipinge un planetario da attaccare sul soffitto come un cielo, Joe dipinge una luna con tre occhi, Giuseppe prima delle vacanze saluta bambini e genitori con questo regalo. IL TROVATORE, IL BALLO IN MASCHERA sono citati e omaggiati abbondantemente da Bernardo Bertolucci, ché con il compianto Kim Arcalli e il fratello Giuseppe scrissero il soggetto, sceneggiato con Clare Peploe. In una Roma antica ed estiva Storaro e il regista filmano nei luoghi che faranno capolino un anno dopo in UN SACCO BELLO di Carlo Verdone (qui nei panni del regista lirico con golfino sulle spalle). Mentre Roberto Benigni interpreta un buffo tappezziere. E qualche vago e involontario parallelo con il coevo CHIEDO ASILO si avverte.
LA LUNA è una delle opere più belle e candide del cineasta parmense, nonostante alcuni temi complessi trattati. Questi ultimi vengono affievoliti, principalmente, dalle interpretazioni degli ottimi Jill Clayburgh e Matthew Barry, dalla sempre affascinante feticcia Veronica Lazar. Ulteriormente gustosi gli incontri di Caterina con il playboy castrista Renato Salvatori e di Joe danzante sulle note dei Bee Gees, sotto gli occhi sognanti e morbosi di Franco Citti - adescatore di minori. Pippo Campanini e l’elogio del culatello. Il tenero mercante di morte Mustafà. Il direttore della fotografia e B.B. in camei velocissimi. Su tutti, però, svettano la silenziosa ed eloquente nonna dagli occhi blu cielo di Alida “Draifa” Valli e il figlio/maestro/padre Giuseppe, interpretato da un misurato e intenso Tomas Milian.
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