Regia di Ken Loach vedi scheda film
Una donna povera con quattro figli, tutti avuti da diversi uomini. E single. Un uomo, esule politico sudamericano, con una moglie nell'altro continente. Tenuta nascosta. Una relazione che comincia fra mille problemi, non ultimo lo spigoloso carattere della donna. Che è stata pure violentata dal padre, da piccola. Un incendio in casa, proprio quando i quattro bambini sono da soli. La custodia dei figli che viene tolta. Altri bambini in arrivo. E gli assistenti sociali già in agguato. Ken Loach raramente ha voglia di scherzare, ma altrettanto di rado si concede un simile tuffo nella tragedia, con questa storia che sembra riassumere le problematiche di numerosi altri suoi film. Ad una drammatizzazione forse eccessiva (sceneggiatura di Rona Munro) corrisponde comunque una fitta serie di interrogativi sottilmente sollevati dalla pellicola: primo fra tutti, quello sull'attendibilità e sull'effettiva giustizia di una burocrazia che ciecamente sottrae i figli ad una donna in difficoltà, ma che darebbe la vita per i suoi bambini. La questione sociale è al centro dell'opera: Loach prosegue imperterrito per la sua strada - e fa senz'altro bene, creando un percorso riconoscibile all'interno della sua filmografia, sempre rivolta alle fasce più povere (e ignoranti, e sfruttate, ed inascoltate), con uno sguardo verista ed impietoso che non giudica, non amplifica, non strumentalizza l'oggetto dell'osservazione per fini secondari (il regista non entra mai in profondità nel discorso politico della situazione): molto più semplicemente, si premura di descriverlo con fedeltà documentaristica. Brava Crissy Rock, la protagonista, impegnata in un ruolo isterico e molto sfaccettato. 6/10.
Una donna che si arrabatta come può per vivere ha 4 figli, da diverse relazioni. Comincia a frequentare un interessante uomo paraguayano, ma nel frattempo i guai si moltiplicano e le viene tolta la custodia dei figli...
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