Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Un affresco singolare dei vizi e delle virtù del Belpaese degli anni Ottanta, in grado di unire l'acredine satirica di un Mario Monicelli e di un Dino Risi a una certa tenerezza di fondo.
L'opera seconda di Carlo Verdone recupera la struttura e la formula della prima (tre diversi personaggi ognuno al centro di un episodio), forse in maniera meno efficace (il minutaggio è in eccedenza e il copione finisce per essere ripetitivo), ma anche sforzandosi di estendere il raggio dell'analisi dolcemara del (mal)costume nostrano: dalla Roma ferragostana di Un sacco bello si passa infatti all'Italia intera, che si mette in viaggio per le elezioni politiche. Non a caso, ad attorniare il terzetto di protagonisti – tutti azzeccati, dal tenero Mimmo (ovvero il Leo di Un sacco bello con trascurabili variazioni) al grezzo Pasquale (la cui vicenda è basata su un umorismo un po' grottesco e po' slapstick, a metà fra Jerry Lewis e Jacques Tati), ma il più esilarante è l'insopportabile Furio (che Verdone avrebbe poi riproposto nel parecchio successivo Viaggi di nozze, col nome cambiato) – si fa largo uno stuolo di figure di contorno piuttosto incisive – la nonna intrattabile ma simpatica interpretata da una magnifica Elena Fabrizi, Angelo Infanti nei panni di un rude seduttore, Milena Vukotic insegnante che si ricicla come prostituta, il camionista buzzurro di Mario Brega – che vanno a comporre un affresco singolare dei vizi e delle virtù del Belpaese degli anni Ottanta, in grado di unire l'acredine satirica di un Mario Monicelli e di un Dino Risi (vedansi le rese dei conti dell'ultimo quarto d'ora) a una certa tenerezza di fondo (il rapporto fra Mimmo e sua nonna é persino toccante). A dominare è comunque l'inarrivabile trasformismo recitativo del Verdone attore, tra gag schioppettanti e tormentoni diventati iconici ("E allora lo vedi che la cosa è reciproca?", detto da Furio alla povera moglie Magda, ovvero la russa Irina Sanpiter), pur con qualche svolta prevedibile e con qualche parentesi più fiacca. Sceneggiatura di Leo Benvenuti, Piero Bernardi e Verdone (il team è lo stesso del film precedente, con Sergio Leone che torna nel ruolo di aiuto-regista e supervisore).
Le orecchiabili marcette di Ennio Morricone sono perfette per l'occasione.
BUON film — Voto: 7
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