Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Subito a seguire, cercando di bissarlo, il successo di Un sacco bello (1980), Verdone gira il suo secondo film mantenendo l'impianto dell'esordio e cercando per quanto possibile di rinnovarlo. E' ancora la classicissima commedia a episodi, pregna dello spirito satirico-antropo-sociologico della commedia all'italiana (e Verdone non ha certo mai fatto mistero della sua adorazione per Alberto Sordi), sicuramente fuori tempo massimo: ma non per questo meno divertente, meno gustosa. Perchè Verdone sa il fatto suo, non è soltanto un cabarettista, uno dal tormentone facile o una macchietta: i suoi personaggi, così appunto come in Un sacco bello, sono vivi e caratterizzati in modo efficace e ficcante; è tutto limitato all'ambiente 'romanesco' dell'attore/regista, ma vizi (tanti) e virtù (pochissime) di questi ritrattini sono a ogni modo quelli dell'italiano medio. Il fatto di poter sfruttare il proprio cognome già nel titolo mostra la fama già raggiunta dal pur giovane protagonista; Verdone è inoltre sceneggiatore, insieme alla premiata coppia Benvenuti-De Bernardi. Le sue spalle, tutte all'altezza della situazione, sono Milena Vukotic, Mario Brega, Elena Fabrizi, Irina Sanpiter (la cui carriera però si fermerà praticamente qui); colonna sonora dalla firma importante - e a tratti riconoscibilissima -, cioè quella di Ennio Morricone. 6/10.
Tre italiani si mettono in viaggio verso Roma, per andare a votare. Sono un asfissiante paranoico con moglie e figli; un timido burino con la nonna; un bullo emigrato in Germania.
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